La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo.

La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo.

All’alba del 3 ottobre 2013, un vecchio peschereccio con oltre 500 persone a bordo naufraga a ridosso dell’isola di Lampedusa. Vengono recuperati 368 corpi di persone di nazionalità eritrea. Per la prima volta, i corpi dei naufraghi sono visibili al mondo intero. È un evento che cambia la percezione dei naufragi e che scatena una reazione emotiva a livello politico, mediatico e sociale.
Da quella tragedia, dal 2014 a oggi, si contano oltre 31.000 persone morte nel Mediterraneo con la speranza di raggiungere l’Europa.
Gli arrivi via mare fanno parte del nostro immaginario delle migrazioni. Eppure, a distanza di dieci anni, l’opinione pubblica italiana (ed europea) sembra essersi assuefatta ai naufragi e alle morti in mare.
La mostra tramanda la memoria della tragedia del mare con gli oggetti, le fotografie e le testimonianze di chi ha vissuto il naufragio del 3 ottobre 2013.
Una macchinetta rossa di un bimbo, un paio di occhiali da sole, una boccetta di profumo, uno specchio rotto, una bussola, un biglietto scritto a penna e ripiegato con cura nella tasca: oggetti di vita quotidiana, l’immagine più evidente di una umanità in fuga. Oggetti che consentono di identificare le persone morte, di dare dignità alle vittime dei naufragi e ai loro familiari.

La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo e’ un progetto di Carta di Roma e Zona, realizzato con il patrocinio di LABANOF Laboratorio di Antropologia forense, in collaborazione con MUSA (museo universitario delle scienze antropologiche, mediche e forensi per i diritti umani), Università degli studi di Milano e il Memoriale museo della Shoah di Milano

Presentata per la prima volta negli spazi del Memoriale della Shoah, luogo simbolo della memoria, la mostra comprende gli oggetti e le foto appartenuti ai migranti deceduti nel naufragio e il lavoro fotografico inedito di Karim El Maktafi. Arricchiscono l’esposizione gli audio dei primi soccorsi, i video del barcone inabissato e i servizi televisivi di Valerio Cataldi, il giornalista Rai che a dicembre 2013 rivelò al TG2 il trattamento disumano riservato agli ospiti del centro di prima accoglienza dell’isola teatro della strage, che poi venne chiuso.

Altro protagonista è Adal Neguse, rifugiato eritreo, con i suoi disegni e la sua storia: fratello di Abraham, vittima del naufragio, racconta con i tratti della matita le atrocità delle torture subite dai giovani del suo Paese che tentano di scappare dal regime.

Accompagna la mostra La memoria gli oggetti una pubblicazione dal titolo omonimo, realizzata da Départ Pour l’Image, con le fotografie di Karim El Maktafi, le illustrazioni di Adal Neguse e i testi di Paola Barretta, Imma Carpiniello, Valerio Cataldi, Cristina Cattaneo, Anna Conti, Giulia Tornari, Roberto Natale, Adal Neguse, Giusi Nicolini, Milena Santerini, Vera Vigevani Jarach e Padre Mussie Zerai.

Progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Allestimenti

Memoriale della Shoah, Milano 26 settembre - 31 ottobre 2023

Eremo di Santa Caterina del Sasso, Varese 5 marzo - 9 aprile 2024